Con il seminario in arrivo, che continua il percorso di crescita personale che Bioma offre nel suo giardino olistico in azienda, entriamo nel vivo del concetto di Percezione che è il processo con cui il cervello interpreta i dati sensoriali che riceve per capire cosa sta succedendo nell’ambiente esterno e nel corpo. La percezione può avvenire in modo consapevole o non e, quando consapevole, è sempre accompagnata dall’esperienza. Fondamentale dunque il ruolo che hanno i percorsi di crescita personale attivi, intrapresi da psicoterapeuti e operatori olistici qualificati, nell’elaborare la visione con cui si osservano le situazioni nella vita.
Le nostre convinzioni danno forma alle nostre percezioni: l’esperienza di essere se stessi è una percezione a sua volta, capirlo quindi non è così semplice come sembra e ci rende liberi da schiavitù e perdita di energia vitale.
Possiamo dividere il nostro sé per rendere più semplice la sua comprensione in:
–sè corporeo, dove abbiamo esperienza di appartenenza nei confronti del nostro corpo (il movimento ci rende liberi);
–sè volitivo, che ci fa credere che le nostre azioni dipendono dalla nostra volontà di metterle in atto (libero arbitrio);
–sè narrativo, il nostro senso di identità personale costituito da ricordi autobiografici creati nel tempo (sono la somma di quello che ho vissuto);
–sè sociale, quella parte di noi che è consapevole di come gli altri ci vedono (gli altri interagiscono con te come tu ti senti).
Questi diversi aspetti, non vengono percepiti come distinti e fanno parte di quella sensazione complessiva di essere se stessi. Per questo motivo mi piace osservare come non cerchiamo noi stessi per conoscerci, ma per controllarci!
Questa consapevolezza, ha ispirato il seminario in arrivo in azienda che tratta nello specifico una delle conseguenze di come viviamo l’essere noi stessi: il bisogno di essere visti! Tutti noi lo abbiamo manifestato almeno una volta (per alcuni verrà amplificat0 tutta la vita in qualche frangente) e riguarda un aspetto di noi davvero profondo e intimo.
Mi piace aprirmi e portare la mia esperienza quando guido o propongo introspezioni, perché credo sia importante dare il segnale forte che l’incontro tra operatore e ricevente è passato dall’elaborazione del vissuto emozionale che può essere visto con orgoglio. Questo porta a conoscersi meglio e non nego che sono imbattuto in questo bisogno che ha portato anche sofferenza e tantissime emozioni contrastanti nella mia vita! La fortuna è stata rendermi conto che non sono quel bisogno e quella necessità di dimostrare o mostrare qualcosa per farmi percepire nel modo che, sempre secondo la mia stessa, vorrei che avvenisse.
Dopo tanto sforzo e sofferenza, ho riportato in me la consapevolezza che l’unica persona a cui dovevo rispondere e mostrare il mio sentire, era solo me stesso! Che cambio di paradigma è stato, sopratutto in virtù di tutte le energie dissipate in continui dialoghi interiori per portare “l’acqua al mio mulino interiore” e soffocare un grido di dolore che arrivava dal profondo.
La possibilità di osservarmi come perfetto carnefice e sabotatore, mi ha permesso di comprendere che dentro di me coesistono tantissime sfaccettature che possono essere viste da una prospettiva terza. Questo atto psicologico del “cambio di prospettiva” che possiamo chiamare disidentificazione del sè o che possiamo vivere in pratica con alcune asana nello yoga (nello specifico le torsioni che ampliano la prospettiva), rende il processo di apprendimento di sè e l’osservazione di come viviamo la giornata che abbiamo davanti con più chiarezza.
Come sarebbe bello passare ogni minuto disponibile nello stare fine a se stesso, nell’amore incondizionato della meraviglia che siamo e nell’accettazione! Per arrivare a questo (difficile ma non impossibile) ci vuole tanto lavoro introspettivo quotidiano. Immaginiamo di avere difficoltà visive che ci limitano ed impattano su vari aspetti di noi, magari il problema è semplicemente che dobbiamo cambiare gli occhiali o pulirci le lenti, oppure lavarci gli occhi con lacrime benedette!
Così siamo noi nell’autosservazione, che ci permette di disporre le tantissime lenti con cui osserviamo il nostro mondo interiore: questo seminario ha proprio questo focus speciale! L’energia del gruppo, l’osservazione delle dinamiche che si creano e le prospettive che questo ci permette di incontrare, saranno quella spinta per capire meglio come scoprire i nostri meccanismi inconsci.
Vorrei concludere questo approfondimento, con una promessa che mi sono fatto tempo fa e che cerco di ravvivare dentro di me quando lo sento necessario:
Ora che mi osservo nella bellezza e sfaccettature del mio essere, mi prometto di sostenermi e di scegliere me stesso anche quando alcune parti tentano di spostarmi dal centro. Mi merito quell’amore che desidero e posso darmelo, mi merito quell’accoglienza e posso concedermela, mi merito parole gentili e posso dirmele, mi merito di essere capito e mi apro a questo
Spostiamo l’attenzione dal fuori, proiezione falsificata di chi siamo, e saremo liberi dalla schiavitù del bisogno di essere visti, prendendo esempio dalla bellezza immensa e semplicemente perfetta della Natura. Vi lascio con il sorriso di una bambina che, con la sua purezza, ci ricorda chi siamo veramente!
Vuoi provare a praticare con me in sessione privata, di persona o online, per camminare insieme nel cammino di chi ci permettiamo di essere? Contattami al 3282550932, oppure scrivi una mail a shop@biomanatura.com. Mi permetto di incontrare il tuo vissuto con amore, per aiutarti a vederlo come un dono prezioso e unico che la Vita ha voluto darti! Un abbraccio, Antonio.