La nostra coscienza è vivente, qualcosa di organico in Natura. Ci sono sempre materiali di scarto e fiori in noi.

Thich Nhat Hanh

Sono davvero emozionato di poter scrivere questo articolo, che porta chiarezza e precisione, nella famosissima ricetta di Padre Romano Zago. Sono arrivato a questa formula per caso: diverse persone mi hanno parlato di un “intruglio” che ha aiutato parenti a superare meglio i postumi della chemio, depurarsi post interventi chirurgici e addirittura attenuare psoriasi e sfoghi cutanei!

Ho subito sentito che dovevo indagare e capire meglio di cosa si trattasse, rimanendo poi favorevolmente colpito! La cura del cancro o di qualsiasi altra malattia, è un argomento davvero molto delicato che va gestito con massima attenzione, perché quando si parla di bisogni primari come la salute, è facile incappare in ricette miracolose o guaritori imbroglioni.

Ho deciso quindi di sondare il terreno e farmi raccontare che effetti ha avuto la cura suggerita da Padre Romano, da chi l’ha provata per via di malattia grave in atto. Le risposte sono state positive, nel senso che alcuni mi hanno riferito di come si sentivano più forti e superavano meglio gli effetti post chemio, altri hanno visto la loro pelle purificarsi e le analisi del sangue migliorare, altri si sono sentiti più sani e forti.

Dopo questi pareri, ho deciso quindi di scrivere un articolo dettagliato sulla pianta da usare e, vista la difficoltà di trovarla nella condizione giusta, ho pensato di destinare un pezzo della mia terra alla moltiplicazione di questa pianta e distribuirne gratuitamente le foglie in caso di bisogno.

Partiamo subito parlando della pianta in esame, l’Aloe arborescens, comune in Italia ma da utilizzare in questo caso solo in determinate condizioni, vediamo quali! Innanzitutto bisogna dire che spesso ci si confonde tra Aloe vera e arborescens, negli scafali del supermercati si trova spesso succo puro di Aloe vera, molto commerciale per via della resa produttiva alta. A. arborescens, ha una resa minore (la riconoscete per il bellissimo fiore arancio forte che sboccia a Febbraio e la presenza di spine) ed una foglia con una quantità di gel inferiore.

Cresce facilmente ovunque, ma è bene utilizzare per la ricetta solo le foglie centrali non troppo vecchie ne giovani, di piante cresciute in pieno sole e terra, possibilmente in aperta campagna e lontano da animali che possano inquinare le foglie (fondamentale visto che si usa tutta la foglia).

Ritengo importante usare piante cresciute lontano dagli ambienti domestici, in quanto attingono ad un’energia più pulita e fluida di madre terra. La ricetta vuole che le foglie vadano raccolte nelle ore in cui la luce è più tenue (mattino o sera) non dopo grandi piogge e possibilmente in luna crescente.

La ritualità con cui scegliamo le foglie e prepariamo il frullato è già sinonimo di qualità! Le sagge guaritrici e guaritori di tutto il mondo, pongono l’attenzione su come sia fondamentale compiere la scelta delle piante curatrici con un sentire fluido ed amorevole, affinché l’energia delle piante resti intatta e anzi amplificata, anche dopo averla miscelata nel preparato.

La Magia parte da dentro di noi: qualsiasi sia il motivo per cui si sceglie di utilizzare la pianta, è bene onorarla per il suo aiuto e renderle grazie. Questo imprimerà amore e buone vibrazioni e oltretutto, a mio parere, avrebbe senso caricare il preparato con frasi potenzianti da scrivere sul barattolo o sigilli energetici (parlerò di questo in un altro articolo).

Per fare chiarezza su questa pianta straordinaria, vorrei spiegare meglio le differenze tra le varietà di Aloe e gli usi comuni.

L’Aloe arborescens è una “pianta grassa” molto comune: come tutte le piante succulente, a scopo di riserva, possiede foglie piene di liquidi, dalle quali si può ricavare un gel ricco di proprietà fitoterapiche; famoso, ad esempio, è il paragone con il gel ricavato dalle foglie dell’Aloe vera, una specie differente che (secondo padre Zago) sarebbe tuttavia priva delle proprietà antitumorali attribuite all’arborescens.

Le proprietà medicinali dell’Aloe arborescens, note e già dimostrate, sono analoghe ma superiori (per percentuale di principi attivi presenti rispetto ad Aloe vera): lassative, cicatrizzanti, emollienti, idratanti, antinfiammatorie, immunostimolanti e antiossidanti. Per quel che concerne l’eventuale potere curativo sul cancro, il principio attivo responsabile è un complesso di antrachinoni, tra i quali il più importante è l’aloina e in particolare il suo aglicone chiamato aloe emodina. Non si tratta certo di una molecola nuova alle attenzioni dei ricercatori; queste sostanze sono studiate in laboratorio (in vitro e in cavie) ormai da molti anni, ma i risultati sono contrastanti e inconcludenti. Non dobbiamo poi dimenticare come siano moltissime le sostanze naturali capaci di eliminare o rallentare le cellule cancerose in laboratorio; tuttavia, quando si esce dalla provetta per trasferire gli studi alle cavie o all’uomo, considerata la complessità biologica di questi ultimi, emergono puntualmente problemi di inefficacia, tossicità e interazioni farmacologiche. Per questo motivo, sottolineo sempre la necessità di chiedere un parere in caso di specifica malattia da trattare, così da essere più sicuri di quello che si sta facendo (ricordate che se i Medici esistono è una fortuna!).

Infine, a chi si ostina ad affermare che i benefici delle terapie naturali contro il cancro sono offuscati dagli interessi dei colossi farmaceutici, ricordo che anche per l’Aloe esistono dei “brevetti d’uso”: uno di questi, per l’utilizzo degli antrachinoni dell’aloe in oncologia, ha coinvolto l’università di Padova, ma ne esistono altri relativi ad esempio all’impiego dell’acemannano (altra molecola immunostimolante, antivirale con potenziali proprietà antineoplastiche estratta dalle foglie di Aloe barbadensis).

Vediamo ora la famosa ricetta di cui abbiamo discusso, a disposizione per chi volesse provarla! Al momento non sono noti effetti collaterali, quindi vista nella possibilità di fare una bella pulizia primaverile non è male! A chi servisse la pianta madre da utilizzare, la nostra azienda è aperta per la distribuzione gratuita.

RICETTA ORIGINALE E DOSI VARIABILI DELLA CURA CON ALOE DI PADRE ROMANO ZAGO

PROCEDIMENTO

Togliere le spine dalle foglie di Aloe, lavarle e asciugarle con un panno, tagliarle a pezzetti e pesarne 250gr per il dosaggio terapeutico forte e 150gr per dosaggio terapeutico detox, mettendolo nel frullatore fino a completa amalgama. Aggiungere 7/8 cucchiai di Miele e Grappa (per 250gr di Aloe) o 4/5 cucchiai di Miele e Grappa (per 150gr di Aloe). Far amalgamare bene e riporre in un barattolo di vetro schermato da carta stagnola, in frigo.

POSOLOGIA

Assumere 1 cucchiaio prima di colazione, pranzo e cena sino al termine, ripetere due volte all’anno come preventivo e depurativo oppure fare cicli più lunghi se necessario.


Spero che questo articolo vi sia piaciuto, cercheremo nel blog di fare chiarezza su tanti fitoattivi, così da poter essere usati in sicurezza e connessione con la Natura. Un abbraccio grande, A.

 

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